“Principianti” di Raymond Carver (2009)

 

(versione originale dei racconti contenuti in “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore”, 1981)

Non hanno pressoché nulla di minimalista, questi racconti. Il minimalismo era ciò cui li aveva ridotti in fase di editing quel macellaio di Gordon Lish. Nella versione integrale, invece, trasudano vita e senso, anche quando, e succede spesso, quasi sempre, le vite dei protagonisti perdono di senso.

Lo stile è asciutto, certo; il linguaggio scarno e quotidiano, molto aderente al parlato; le atmosfere rarefatte; le vicende quasi sempre sospese (i finali non sono quasi mai la fine, nemmeno provvisoria, delle storie narrate). Tutto questo, però, non è minimalismo, ma vita. E il lettore desidererà girare pagina, magnetizzato dai racconti, tanto quanto desidera vivere.