"Una storia ha sempre un inizio. Oppure molti. È la fine che spesso manca"
Chi siamo
Tersite Rossi non ha paura di fare nomi.
Massimo Carlotto
Tersite Rossi è apparso sulla scena narrativa per restarvi, a colpi di intelligenza.
Valerio Evangelisti
Tersite Rossi è un collettivo di scrittura, fondato da Mattia Maistri e Marco Niro.
Esordisce nel 2010 con il romanzo “È già sera, tutto è finito” (Pendragon), appartenente al genere della Narrativa d’Inchiesta e centrato sul tema della cosiddetta trattativa fra Stato e mafia d'inizio anni Novanta (finalista al premio Alessandro Tassoni 2011 e al premio Penna d’Autore 2011).
Nel 2012 esce il suo secondo romanzo con le “edizioni e/o”, il noir distopico “Sinistri”, all’interno della collana “SabotAge” curata da Massimo Carlotto, ambientato in un futuro fin troppo prossimo, intriso di tecnocrazia liberticida e folli tentativi di ribellione.
Nel 2016 esce il suo terzo romanzo, il thriller economico-antropologico "I Signori della Cenere" (Pendragon), a chiudere la "trilogia dell'antieroe" avviata con i precedenti due, sullo sfondo della crisi finanziaria d'inizio millennio e delle sue ragioni più profonde, ancestrali.
Nel 2019 esce il suo quarto romanzo, "Gleba" (Pendragon), appartenente al filone della new italian epic e centrato sulla tematica del lavoro, sfruttato e vendicato, che segna l'ingresso nell'era del post-eroe (vincitore del premio Librinfestival 2019-20 nella categoria “Miglior titolo/redazione” ).
Nel 2022 esce la sua opera quinta, "Chroma - Storie degeneri" (Les Flâneurs), una raccolta di racconti che, nel loro sovvertire i generi letterari, graffiano come le spine di una rosa. O gli artigli di un mostro.
Nel 2023 esce la sua opera sesta, "Pornocidio" (Mincione), una serie di dieci avventure porno-hardboiled che demoliscono convenzioni e luoghi comuni, buonisimi e perbenismi, e hanno come protagonista l'investigatore privato Marco Gonzo, soprannominato "l'indagatore del sesso", che ama il whisky e odia i suoi clienti.
Nel 2024 esce il primo romanzo “solista” di Marco Niro, “Il predatore” (Bottega Errante), un noir di montagna con al centro la difficile relazione fra l’uomo e gli animali selvatici, fra l’orso e i cittadini di una comunità, fra la sete di potere e la fragilità degli esseri umani.
Nel 2025 esce il secondo romanzo "solista" di Marco Niro, "L'uomo che resta" (Les Flâneurs), un'avventura epica lunga venti millenni che, nel segno del cambiamento climatico, unisce a doppio filo la preistoria, i giorni nostri e un domani lontano, ma non troppo.
Racconti di Tersite Rossi, o di singoli membri del collettivo, sono inoltre apparsi sulle pagine di svariate testate, raccolte e antologie, oltre che su "Il dispaccio di Tersite".
Elementi ricorrenti nella narrativa di Tersite Rossi sono la riflessione sul potere e i suoi abusi, l'ineluttabilità della sconfitta di chi prova a sfidarlo, l'incastro fra la Storia con la maiuscola e quella con la minuscola, lo svolgersi inesorabilmente circolare delle vicende umane, il ruolo talvolta cinico, talvolta salvifico, comunque sempre decisivo, della casualità e del fato.
Lo pseudonimo è un omaggio al signor Rossi, l'uomo della strada, e a Tersite, l'antieroe omerico, emblema dell’opposto di ciò che tutti si attendono. È brutto, debole e codardo in un mondo di belli, forti e coraggiosi. È il sacco dei rifiuti che stona nella dimora linda della pubblicità. È il compagno di classe di cui non ci si ricorda mai il nome. È la fine quando tutti parlano d’inizio. È l’alba quando tutti pensano al tramonto. È l’ombra che nessuno vede, perché è arrivata troppo presto. O troppo tardi.