Gleba - Assaggi - Alienata

 

Così lei, Amina, aveva perso tutti i suoi punti di riferimento, uno dopo l’altro. Sparito il padre, per sempre. Sparita la madre, perché il suo fantasma non poteva rimpiazzare la donna forte di un tempo. Sparito il fratello, chissà dove, chissà per quanto. E a quel punto si era sentita come una barca senza vela, alla deriva.

Insieme alla sua famiglia, era sparita pian piano anche l’Amina di prima. La ragazzina studiosa dall’intelligenza vivace aveva smesso di esistere. A scuola c’era rimasta, ma i libri ormai le ricordavano il padre, che le aveva sempre ripetuto di non lasciarli mai, e lei, per una strana forma di reazione, aveva invece smesso di toccarli, peggiorando il suo rendimento fino alla bocciatura.

La nuova Amina era una ragazza scontrosa, spesso rabbiosa, perennemente in cerca di qualcosa capace di riempire il vuoto in cui si sentiva risucchiata. Le finte amicizie, come quella con Ahmed, che in realtà erano solo cattive compagnie. La musica a tutto volume, che serviva solo ad aumentare la rabbia e alla fine veniva a noia pure quella. L’alcol, che prima della morte del padre non era mai entrato in casa e adesso abbondava quasi ogni sera, cancellando la memoria a breve termine, ma mai gli incubi remoti. Le canne, che riempivano di sogni quel vuoto solo finché durava l’effetto, per lasciarlo ancora più grande dopo. Il sesso col primo che capitava, e che capitava spesso, perché Amina era bella da far girare la testa, ma che durava poco pure quello: il tempo di un triste orgasmo.

Nulla lo riempiva davvero, il vuoto che sentiva dentro di lei. La sua vita continuava a scorrere senza una direzione. Senza un senso. L’unico sussulto che poteva arrivare, in una situazione del genere, era una minaccia di morte. Come quella che, poche ore prima, le aveva fatto il Musa.

Amina si riebbe da quel flusso di pensieri foschi e spense lo stereo. Di colpo, fu il silenzio. E col silenzio arrivò la decisione. Rivolgersi alla sola persona che, forse, avrebbe potuto aiutarla. Anche se nemmeno sapeva di preciso dove abitava, né dove lavorava. Forse nemmeno chi era diventato.

Suo fratello. Kemal.