Gleba - Dicono del romanzo

 
 

Romanzo vincitore dell'edizione 2020 di "Librinfestival" nella categoria "Miglior titolo/redazione".

Il miglior libro del 2019 per il blog "L come Libro".

Fra i migliori cinque libri del 2019 per il blog "L'angolo del nero".

Fra i migliori cinque libri del decennio 2010-19 per il blog "ForEva".


Lavoro, terrorismo, nuove tecnologie:  Gleba indaga la complessità del reale con un impressionante lavoro di documentazione

Massimo Carlotto

Forse il testo più originale uscito negli ultimi tempi. Tersite Rossi è apparso sulla scena narrativa per restarvi, a colpi di intelligenza.

Valerio Evangelisti

Coniuga il perfetto meccanismo del thriller con una critica approfondita e puntuale alla società contemporanea. Il lettore si trova a passare da situazioni conosciute – spesso prese dalla realtà effettiva – a distopie sicuramente possibili, ma ancora non in atto (o almeno non completamente). Il tutto accompagnato da un ritmo incalzante, da un senso di attesa che va in crescendo, insomma da una scrittura e da una struttura narrativa che impediscono di staccarsi dalla pagina scritta.

il manifesto

Personaggi che si muovono slegati, un po’ come ne "L’armata dei sonnambuli" di Wu Ming, "Purity" di Jonathan Frazen, "Mao II" di Don DeLillo e che nel corso della narrazione convergono, si sfiorano, si toccano, si assemblano in una vicenda tragica e disperata fatta di terrorismo cieco, inaridimento affettivo del capitale, sopravvivenza al cinismo globalizzato

Il Fatto Quotidiano

Ogni singola pagina è di un rigore assoluto, tranchant. Da leggere e amare assolutamente.

Carmilla

La giuria ha premiato la scelta di un titolo asciutto, ma centrato, rappresentativo di quelli che sono i protagonisti di questo libro e delle storie che narra, storie degli ultimi, degli sconfitti, di tutti quei Tersiti di cui la Storia farebbe anche a meno, ma che sono esseri umani e ne fanno parte, spesso anche con diritto perché ne costituiscono le fondamenta, il terreno. Un testo illuminante, dal ritmo crescente e ben strutturato nonostante, e soprattutto, i tanti temi sensibili trattati

Librinfestival - premio letterario


Pubblichiamo qui alcuni pareri sul romanzo, espressi da scrittori, critici, giornalisti, librai, semplici lettori. Anche il tuo, se ci contatti per farcelo conoscere.


Personaggi ben caratterizzati, immersi nella nostra complessa realtà quotidiana. Una scrittura fluida, armonica, piena di ritmo. Quattrocento pagine che si divorano. Sarebbe una sceneggiatura perfetta.
Silvia Di Tosti - lettrice
Un romanzo contemporaneo che racconta temi senza tempo.
Fabio D'Angelo  - critico
Questo libro ricorda la scala di Escher: una scala sbuca in un’altra scala e un omino si ritrova nella precedente che sbuca nella successiva ecc.
Daniela Bandini - critica
Parla di persone, d’ideali, di opposti, di estremi, di equilibri.
Marco Ischia - blogger
Una narrazione corale esplosiva.
Andrea Geloni - libraio
Uno dei migliori romanzi della letteratura italiana contemporanea.
Marco Vallari - lettore
Personaggi profondamente umani e una trama mai banale. Fenomenale.
Luca Terlizzi Boero - lettore
Un libro che taglia come un rasoio. Tersite Rossi spinge il bisturi ogni volta più a fondo, per incidere ed estirpare i tumori della nostra società.  Una conferma per gli autori, che emergono alla grande dalla quieta, stagnante, palude della narrativa nostrana.
Laura Costantini - giornalista
Un romanzo anticapitalista.
Davide Pietroforte - libraio
Narrativa schierata contro un sacco di cose e mai a caso.
Paolo Carnevale - scrittore
C’è un senso dell’ineluttabile, di una nuova e allo stesso tempo antica condizione sociale ed esistenziale. Un posto nel mondo che non tutti i personaggi accettano.
Antonio Vena - critico
Un grande affresco corale che vede protagonisti personaggi marginali e perdenti, che faticano ad adattarsi allo schema sociale contemporaneo.
Antonello Saiz - libraio
Nella sua crudezza, Gleba ci apre gli occhi.
Massimiliano De Conca - critico
La struttura è molto ben articolata. Alle spalle vi sono attente documentazioni sulla realtà.
Valerio Calzolaio - critico
Spinge la mente verso luoghi poco accoglienti ma pregni di realtà.  Una storia che assorbe ogni attenzione.
Eva Massari - blogger
Pochi come Tersite Rossi sanno maneggiare con freddo disincanto chirurgico i sentimenti e le ragioni dei tanti che oggi vivono un'esistenza forzata.
Antonio Lorenzo Falbo - scrittore
Non una sbavatura, perfetto ogni tassello.
Antonio Atzeni  - lettore
Una storia retta da un meccanismo narrativo ottimamente congegnato, quel genere d’ingranaggio che ricorda il miglior Jonathan Coe. Avvincente, ma con lo sguardo ben spalancato sull’oggi. Sulla realtà, finalmente.
Paola Baratto - scrittrice
Un romanzo da urlo che te lo puoi spalmare in faccia per proteggerti dall'effetto dei lacrimogeni.
Piero Ferrante - lettore
Con lucidità a tratti terrificante, mostra quella che potrebbe essere la realtà prossima.
Amneris Di Cesare - critica
Un romanzo sugli orrori dei nostri tempi.
Francesco Masala - critico
Un romanzo che spacca.
Giovanni Anversa - giornalista
Tersite Rossi dimostra d'impugnare la propria penna con sicurezza.
Fabio Canesi - critico
Spinge a girare vorticosamente le pagine per scoprire l'epilogo finale.
Enrico Redaelli - critico
Un viaggio dentro la società e dentro se stessi.
Mattia Giroldini - lettore
Lavoro, sfruttatori, sfruttati, scuola, amore, jihad, sesso, religione, procreazione, storia, consumismo, capitalismo, brigate rosse, attentati, social network... Tutto in un romanzo. Pazzesco.
Giuseppe Mazzara - lettore
Un viaggio nel segreto di una ricchezza terribile, quella che annulla le emozioni, quella che porta alla glebalizzazione.
Alessandro Morbidelli - scrittore
 Quattro storie di sofferenza, passione e riscatto. Una fotografia della nostra realtà.
Michele Binotti - lettore
Un’analisi lucida, cruda e impietosa
della dis-evoluzione che sta pericolosamente attraversando ciò che noi chiamiamo “società del benessere e del progresso” .
Lanfranco Schuhmann - lettore
Un romanzo coraggioso.
Alessandro Genovese - scrittore
La glebalizzazione raccontata in maniera lucida e potente.
Davide Avanzo - lettore
Se Steinbeck scrivesse oggi "Furore", scriverebbe "Gleba". Ma senza masse, solo individui.
Giancarlo Roseghini - storico
Con uno stile asciutto, al limite del lapidario, Tersite Rossi mantiene uno sguardo obliquo e tagliente sulla realtà.
Barbara Caffi - giornalista
Un romanzo d'inchiesta che mette al centro la fragilità del mondo del lavoro (precario, somministrato, svilito) attraverso quattro storie che s'intrecciano in modo originalissimo.
Giorgio Penazzi - bibliotecario
Un libro che si legge come un romanzo e che ti lascia la sensazione di aver letto un saggio.
Chiara Ferrari - bibliotecaria 
Un romanzo "gloomy", tenebroso, dove anche il terrorismo, tanto religioso quanto politico, è solo una risposta al vuoto esistenziale.
Pier Giorgio Ardeni - docente universitario
Un romanzo intenso e pieno, come solo i Tersite Rossi sanno scrivere. La loro cifra identificativa è la pienezza dei dettagli, lo scorticamento delle vite raccontate.
Manuel Figliolini - critico
Un romanzo bellissimo, scritto con un'accuratezza estrema.
Nevio Galeati - giornalista
Un romanzo che non è adatto a chi cerca letture confortevoli, ma che regala emozioni forti, a prova di amigdale sopite.
Michela Alfano - critica
Storia credibile
, documentazione attenta, personaggi caratterizzati.
Carlo Dogheria - giornalista
L’autunno del nostro scontento
, o meglio della desolante disperazione di un’intera generazione e di una società nel suo complesso.
Gabriele Ottaviani - critico
Tersite Rossi non racconta quello che non dobbiamo essere e nemmeno descrive dei modelli da imitare: ci immagina alle prese con una realtà più esplicita di quella in cui viviamo, per provare a sviluppare consapevolezza.
Dmitrij Palagi  - critico
La letteratura si fa politica
nel senso più alto.
Chiara Calò - libraia
Libri come "Gleba" aiutano a comprendere meglio chi non vogliamo essere. Ci interrogano. Ci scuotono. Ci lasciano con molti interrogativi. Ci invitano a essere attori e non spettatori. Individui e non servi. Ci fanno sentire meno soli.
Stefania Cima - libraia
Come sempre capita al termine di un romanzo dei Tersite Rossi, si ha la sensazione di aver studiato.
Marco Zanoni - critico
S’intuisce la notevole opera di documentazione, così come l’indagine sulla realtà, da cui tutto prende avvio.
Massimo Ricciuti - critico
"Gleba" è la cosa più bella e ben fatta che io abbia letto in questo 2019.
Stefania Iannolo - blogger
È come la pillola rossa di Matrix: non regala una soluzione, una via d'uscita. Ma è un pugno nello stomaco che fa male, come la verità.
Giorgio Picarone  - critico
Un libro che urla in ogni sua pagina, tremendo e bellissimo allo stesso tempo.
Patrizia Seghezzi - critica 
Un romanzo incendiario, dentro (e contro) un tempo devastato e vile. Pagine senza pietà, mille miglia lontano da una letteratura edulcorata, consolatoria, intimista, svenevole.
Carlo Martinelli - giornalista 
Esplode oltre le pagine, come dovrebbe provare a fare ogni libro, sfidando la realtà - le realtà - e la sua irrisolvibile complessità.
Federico Zappini - libraio
Picchia duro e non risparmia nessuno. Meglio di Houellebecq.

Cristina Di Canio - libraia
Uno specchio che rimanda una immagine terribile di una società altrettanto orrenda.
Antonia Del Sambro - critica
Protagonisti disarmanti, vivi, fragili, ricattabili, soli, stronzi, bellissimi, cattivi, estremisti
Federica Belleri - critica
Carico.
Andrea Bressa - libraio
Tersite Rossi traccia un quadro devastante grazie a una scrittura che tiene il lettore incollato alle pagine.
Lorenzo Mazzoni - scrittore