Cap. 1, p. 15
Creta, XII secolo a.C.
Al suo arrivo la strage era compiuta. I cadaveri erano stati ammassati al centro del tempio e i guerrieri stavano aspettando i nuovi ordini del loro capo, che però pareva essere scomparso. Quando videro Ardan avanzare, brandendo la mazza e la testa di Ekmar, tutti si zittirono. Il ragazzo procedette fino all'altare della Dea, poi lanciò in aria la testa di Ekmar e levò nel cielo la mazza.
- Marduk ha deciso. Il nuovo capo sono io, Ardan, colui che ha scoperto l'inganno della Sacerdotessa e conosce i misteri della Dea. In ginocchio, mio popolo!
Gli uomini si guardarono perplessi, poi ad uno ad uno si inginocchiarono, finché non furono tutti proni al nuovo capo.
- Ricordate, miei uomini, la guerra contro le forze della Dea non è finita. Che questo gesto vi sia di esempio. Fate come me.
A quel punto, prese una torcia appesa alle pareti del tempio e la gettò sui corpi ammassati. Tutti gli uomini lo imitarono e in breve il tempio divenne un'unica massa di fuoco.
Era ormai notte, quando le ultime fiammelle crepitavano tra le pietre del tempio. Ardan le guardò brillare nell'oscurità, soddisfatto: il Dio del fuoco aveva sconfitto la Dea dell'acqua.
S’inginocchiò e raccolse un pugno di cenere, facendola scivolare ancora calda nel palmo della mano. Poi alzò gli occhi al cielo e un grido bestiale gli uscì dalla gola.
Il fuoco e la cenere.
Il Padre e il Guerriero.
Marduk e Ardan.
Una nuova stirpe di uomini stava per cominciare il suo dominio.