"Una storia ha sempre un inizio. Oppure molti. È la fine che spesso manca"
La scrittura di Niro si rivela ancora una volta elegante ed efficace, in grado di veicolare eventi spettacolari e concetti anche complessi. Il tema di fondo continua a essere quello della lotta di classe, dello scontro tra chi possiede il potere e chi no. E come se non bastasse, a tale argomento se ne affianca un altro di stringente attualità, ovvero il problema del riscaldamento globale e della catastrofe ecologica. Questo e altro, tanto altro, va a comporre una sorta di mosaico affascinante e coinvolgente che, proprio rispettando i paletti che definiscono la letteratura di genere, riesce anche e soprattutto a criticare radicalmente lo stato di cose presente.
il manifesto
Ricco di dettagli, con richiami, forse inconsapevoli, alla narrativa d’avventura di inizio Novecento e di Walter M. Miller Jr. e Robert A. Heinlein, "L’uomo che resta" è un libro ricco di significati e di moniti per quello che potrebbe essere il traguardo dell’umanità, sempre più disattenta al precipitare naturale (e artificiale) degli eventi.
Il Fatto Quotidiano
Passato, presente e futuro si intrecciano in modo convincente, richiamando un meccanismo che alimenta una narrazione che vagamente ricorda "Cloud Atlas", il film dei fratelli/sorelle Wachowski tratto dal romanzo di David Mitchell.
Il Paradiso degli Orchi
Un romanzo straordinario che riesce a essere al contempo epico e intimo, una storia che attraversa millenni ma resta ancorata al cuore delle emozioni umane.
Thillernord
Se si dovesse riassumere questo romanzo e tutto quello che si porta dietro con una sola parola, allora questa sarebbe destino. Il destino che non possiamo scegliere, quello che invece consapevolmente ci creiamo e quello che abbiamo ereditato dalle scelte altrui.
Thriller Life
Leggere un nuovo libro di Marco Niro è sempre un viaggio. Dentro e fuori da noi, da ciò che ci circonda, dalla natura che ci ospita.
Liberi di scrivere
Tra fiction e incursioni scientifiche e filosofiche, “L’uomo che resta” ci appare come un mosaico affascinante, attraverso tre storie che ci interrogano e ci scuotono mostrandoci le ingiustizie sociali e ambientali del nostro tempo perché la ragione non sta sempre col più forte, la ragione è da cercare e perseguire nell’umano.
Limina
Marco Niro ci regala un romanzo che unisce ricerche storiche e scientifiche a una narrazione affascinante, che sfida i confini del tempo e della narrazione.
Annachiara Biancardino - editrice
Marco Niro trasforma le sue e le nostre preoccupazioni sul cambiamento climatico in un romanzo perentorio nei suoi esiti: o fai o subisci.
Carlo Martinelli - giornalista
La ricerca delicata e appassionata di una storia che ci unisca e che ci orienti, dal Paleolitico al futuro, nella burrasca climatica che come umanità stiamo attraversando.
Viola Ducati - attivista climatica
Un viaggio appassionante nel nostro passato lontano, alla ricerca delle radici del nostro travagliato presente per aver modo di riflettere sui connotati che vogliamo dare al nostro futuro. Un romanzo in cui si intrecciano nozioni scientifiche e ispirazioni umanistiche, che trova il suo elemento fondamentale nel riconoscimento del senso del limite.
Anna Sustersic - divulgatrice scientifica
Marco Niro ci porta a spasso nel tempo - indietro di migliaia di anni e in avanti, in un futuro ancora da scrivere - convinto che senza conoscere la storia antica e antichissima di Sapiens difficilmente saremo consapevoli dei rischi che oggi corriamo dentro la crisi ambientale che attanaglia il Mondo.
Federico Zappini - libraio
Bello e molto ben documentato. Il titolo non indica un genere, bensì tutti noi sapiens. E la nota dell’autore ci indica i testi giusti di grandi scienziati da rileggere.
Valerio Calzolaio - critico e scrittore
Un romanzo intrigante a cavallo tra la preistoria e il mondo in fiamme di oggi.
Giorgio Gizzi - libraio
"L’uomo che resta" è un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, un’esplorazione dell’anima dell’umanità e dei suoi limiti. Consigliato a chiunque ami la narrativa che unisce avventura, riflessione e una profonda consapevolezza del nostro posto nel mondo. Un libro da leggere, rileggere e custodire.
Giusy Ranzini - critica
Un romanzo denso di avventure, tre storie che vanno avanti in parallelo, e sono legate da alcuni oggetti che appaiono sempre, e alla fine si capirà tutto.
Francesco Masala - critico
Marco Niro non solo risponde alla chiamata di Amitav Ghosh, ma offre al lettore un'opera che, attraverso la lente del tempo, ci invita a riflettere sulla nostra responsabilità verso il pianeta e le generazioni future.
Aurora Ricci - giornalista
Un'opera che non solo informa, ma che tocca il cuore e ci spinge ad agire.
Alessandro Marsilli - naturalista
Prosa penetrante, trama complessa e affascinante. Marco Niro è uno scrittore di talento.
Fabio Canesi - giornalista
Un romanzo che sembra fantascienza e invece è lo specchio deformato del fallimento della comunicazione su una realtà incontrovertibile - il cambiamento climatico - che però non trova canali per farsi comprendere.
Paolo Campostrini - giornalista
Un viaggio nella Storia dell’Uomo, nel suo passato, presente e (immaginato) futuro; sullo sfondo, il vero protagonista: il cambiamento climatico.
Marco Zanoni - critico
Trama profonda, lettura complessa e per questo ricca. Dopo la pausa del collettivo Tersite Rossi, Marco Niro ha trovato la sua strada.
Manuela Baldi - critica
Un’operazione azzardatissima, una scommessa ampiamente vinta grazie a un lavoro di documentazione rilevantissimo e a un ritmo di scrittura incalzante.
Anna Piuzzi - giornalista
“L’uomo che resta” non è solo un romanzo sul cambiamento climatico, ma una meditazione su cosa significhi esistere in un mondo in continuo mutamento. Un racconto che ricorda che ciò che lasciamo dietro di noi potrebbe essere l’unica traccia della nostra effimera permanenza sulla Terra.
Pino Loperfido - giornalista
Il libro è soprattutto una riflessione su come la ragione non sta sempre col più forte, la ragione è da cercare e perseguire nell’umano.
Anna Rossi - critica
La storia che Niro ci racconta è bella e interessante.
Marco Minicangeli - critico
Un libro che dopo la lettura porta ad avere più consapevolezza del proprio posto nel mondo.
Simone Cavagnini - critico
Questo romanzo, mettendo al centro una questione scientifica come il cambiamento climatico, fa una cosa che la scienza, per definizione fredda, non potrà mai fare: parla alle persone, alla loro sensibilità.
Cecilia Passarella - giornalista
Intenso, avvincente, solido anche dal punto di vista storico, frutto di un’evidente ricerca, cesellato con cura, di respiro ampio e universale, ricco di chiavi di lettura e livelli d’interpretazione, il libro di Niro tiene desta l’attenzione dalla prima all’ultima pagina e conduce con mano salda finanche nella notte dei tempi, sino a riconnettersi con una storia del Paleolitico fatta di emarginazione, amicizia e scoperta, di una rivelazione che muterà per sempre anche i millenni a venire: da non perdere.
Gabriele Ottaviani - critico
“L’uomo che resta” ci invita a ragionare in termini di frugalità, che non significa né povertà né rinuncia, ma spostamento dell’attenzione dalla sfera dell’accumulazione alla sfera del rispettoso godimento. E ci aiuta a ritrovare quel senso del limite che sembra sia stato perduto per inseguire la devastante crescita infinita quasi come una fede.
Andrea De Rocco - critico
Un arazzo narrativo intessuto con fili che ricordano l’Amitav Ghosh del "Cromosoma Calcutta" e della "Grande cecità", il David Mitchell di "Cloud Atlas", i fumetti di Martin Mystère, incorporando un tocco di intricata trama alla Stanislaw Lem e alla Philip K. Dick.
Vito Santoro - giornalista
A cavallo tra romanzo distopico e fantascienza, ma neanche tanto, Niro disegna una parabola, un percorso in cui tutte le contraddizioni dell’homo sapiens vengono messe in risalto, dalla sua genialità e intelligenza a quell’istinto, consapevole o meno che sia, da cupio dissolvi.
Paolo Piffer - giornalista
È uno dei libri che mi ha entusiasmato di più nell’ultimo anno. Perfetto per chi ama i romanzi che combinano avventura, approfondimento e una forte consapevolezza sociale e ambientale. Grazie ad uno stile evocativo e ad una prosa ricca di dettagli, Niro ci fa riflettere sulle responsabilità che abbiamo verso il pianeta e le generazioni future.
Letizia Palmisano - giornalista
È una qualità di Marco Niro utilizzare le storie per insegnare a chi legge grandi temi, in questo caso il tema del cambiamento climatico, poiché crede fermamente che la narrazione sia un veicolo emotivo, e pertanto efficace, per farci arrivare concetti altrimenti difficili da assimilare.
Donatella Mazzoldi - attivista ambientale
Approcciando il testo, mi aspettavo di andare in una direzione, mi ha portato in un’altra; pensavo fosse quella giusta, ne ha spalancata un’altra ancora.
Franco Pistono - educatore ambientale
Niro, con la sua favola romanzata, ci offre un’interpretazione dei destini dell’umanità, ma in maniera nient’affatto pesante, grazie a una scrittura leggera, scorrevole, ricca di fantasia.
Gigi Casanova - ambientalista e scrittore
"L’uomo che resta" è un ottimo romanzo, un’avventurosa saga epica, originale e con un approccio narrativo libero e nitido.
Lorenzo Mazzoni - scrittore
Marco Niro è riuscito a scrivere il romanzo di cui i suoi lettori avevano bisogno. "L’uomo che resta" è una storia che va avanti e indietro nel tempo, che racconta di noi, da dove siamo venuti e verso cosa stiamo andando.
Ketty Marchese - critica
Oltre alla felicità della scrittura, va segnalata la consueta meticolosità dell’autore nel documentarsi su tutti gli argomenti trattati, riuscendo a risultare sempre plausibile – ma mai pedante – anche in una storia di fantasia.
Paolo Carnevale - critico
Il racconto risulta appassionante, riesce a mantenere viva l’attenzione giocando sulle aspettative del lettore, coinvolgendolo e tenendo alta la suspence, ma, allo stesso tempo, spinge a riflettere, a porsi domande, a provare rabbia per le ingiustizie che sono parte integrante del nostro sistema sociale.
Mauro Trotta - giornalista
Una denuncia sotto forma di espediente narrativo, che mira a sottolineare la minaccia, ormai non troppo velata, che il cambiamento climatico sta operando nella nostra epoca.
Roberto Maestri - critico
Una narrazione che unisce la profondità storica alla potenza dell'immaginazione.
Davide Bazzani - giornalista
Quali sono gli ingredienti più importanti di una narrazione coinvolgente? Saper scrivere, avere una fervida fantasia e una ferrea cultura, e approfondire gli argomenti oggetto di narrazione. Non guasta poi un'appendice con un'ampia bibliografia. Tutto questo Marco Niro con "L'uomo che resta" lo ha fatto, e lo ha fatto molto bene.
Diego Bello - lettore
È un romanzo che dovrebbe essere consigliato come lettura nelle scuole, perché il cambiamento climatico è una priorità assoluta di cui dobbiamo essere consapevoli e la forma narrativa è il modo migliore per renderlo più comprensibile.
Biblioteca Comunale di Trento
Un romanzo ambizioso e visionario, una grande metafora dell'evoluzione umana, in bilico tra desiderio di potere e responsabilità ecologica.
Gioia Petrassi - giornalista
La trama è molto efficace e si sente la passione e la conoscenza dell’autore per le problematiche ambientali. Senza dimenticare la cura nella caratterizzazione dei personaggi e del loro luogo di appartenenza.
Federica Belleri - critica
Marco Niro ci offre un’opera ambiziosa e profonda, nella quale le tre epoche, così apparentemente distanti, sono legate da un filo conduttore: il sottile equilibrio tra sopravvivenza e autodistruzione, la tensione tra il desiderio di scoperta insito nella natura umana e la necessità di accettare i limiti ecologici come unica via di salvezza.
Federica Moreschi - critica